Il bacio del destino: quando un guerriero vampiro incontra l’amore.

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<3Bella Cullen<3
icon12  view post Posted on 11/7/2011, 16:12




“ Il bacio del destino: … quando un guerriero vampiro incontra l’amore.”



Questa fan fiction creata da me (<3Bella Cullen<3) è una variante del libro di Lara Adrian “Il bacio cremisi” il 2° volume della saga “La stirpe di mezzanotte”. Ho cambiato il nome della protagonista che è interpretata da me mentre tutti gli altri personaggi sono gli stessi,ma i fatti sono cambiati secondo la mia invenzione. La storia è raccontata secondo 2 punti di vista: quello di Dante (raccontato in 3° persona) e il mio (in 1° persona).

Trama:
Dante Campbell è un guerriero vampiro della stirpe e fa parte dell’Ordine,un gruppo di vampiri guerrieri, che ha come scopo eliminare il maggior numero di Ribelli,vampiri che sono alla mercé della Brama di Sangue che li rende spietati,inarrestabili e assetati di sangue. Dante è un vampiro diverso dal genere che si racconta nella mitologia,lui e i suoi fratelli discendono da un’antica stirpe di persone che provengono da un altro pianeta lontano dalla terra, si possono nutrire solo di sangue e la luce del sole li brucia. Sulla terra i suoi simili hanno preso il nome di “vampiri” e sono dotati di una forza e velocità sovrumana.
Allyson Owen è una ragazza di 23 anni vive da sola a Boston ormai da 3 anni. Fa la ballerina di danza moderna ed è specializzata in medicina veterinaria; nel tempo libero lavora in una clinica veterinaria e si dedica al suo adorato canto. Ma è solo quando le strade di Allyson e Dante che si incontrano che tutto ha inizio …
… Dopo svariati incidenti Dante scopre che Ally è una Compagna della stirpe, ovvero una delle poche donne in grado di poter concepire un figlio da un vampiro grazie ad un legame di sangue. Dante è uno dei guerrieri più forte dell’ Ordine che impone sempre il dovere prima di tutto,non ha mai voluto legarsi a nessuna,ma quando incontra Ally dovrà ricredersi.

Capitolo 1°

<<ally,preparati sta per iniziare lo spettacolo e sei tu ad aprirlo come prima ballerina>> girai la testa ancora seduta davanti alla toilette e ringraziai << Ok, tra cinque minuti sono pronta. Grazie per avermi informata Roxi >> dissi prima che la direttrice del personale se ne andasse. Questo sarebbe stato il mio quinto spettacolo come prima ballerina,ma il primo forse davvero importante per me. A Boston non capitava tutti i giorni un evento così e dopo svariati anni a sognare di poterci partecipare,finalmente questa sera i miei sogni stavano per avverarsi. Non ero agitata,sapevo quello che dovevo fare. Ballare. Ballare come solo io sapevo fare,sfogando tutta la mia forza e le mie emozioni in ogni passo seguendo il ritmo della musica che mi scorre nelle vene. Senza esitazioni,senza paura,senza limiti, solo con la mia forza e grinta. Per questo fin da piccola avevo scelto la danza moderna,era più libera più ritmata, certo a volte si richiedevano anche degli accenni di danza classica, come alcune posizioni o passi,ma erano comunque mischiati al ritmo della musica e di passi decisi. Mi finii di truccare e di pettinare e uscii dal mio camerino,pronta più che mai a far vedere agli spettatori di cosa ero capace.
Ora ero al centro del palco,la mente svuotata,dovevo solo concentrarmi sulla musica e ballare. Le tende del palco si aprirono, le luci ancora spente. Sentii il calore di centinaia di applausi alle mie spalle, pensai subito che il teatro doveva essere pieno dato il rumore. Gli applausi finirono la musica cominciò a partire e io cominciai a ballare per esprimermi. Ora era il mio momento.

Rihanna - Love The Way You Lie (Part 2) ft. Eminem

Dante prese posto nel teatro lateralmente, di qualche fila vicino al palco,ma non troppo per poter tenere d’occhio tutta lo svolgersi della situazione. Era la prima volta che gli capitava di andare in un posto affollato e rinomato, come quello stesso teatro, per dare la caccia a dei Ribelli. Se solo avesse saputo dove l’avrebbe portato la scia di quei succhia anime, avrebbe lasciato volentieri la missione a Lucan, il capo dell’Ordine, non che il Gen Uno più forte. I Gen Uno erano ciò che di più vicino esistevano ai loro antenati che venirono sulla terra secoli fa, la prima generazione di vampiri concepiti dagli antichi stessi e dalle loro compagne. Lucan di sicuro non si sarebbe fatto molti scrupoli a mischiarsi a centinaia di umani in un ambiente simile,ma Dante al contrario preferiva cacciare lontano da loro. Anche per i Ribelli era abbastanza strano che si confondessero tra gli umani, in un evento così, senza perdere il controllo,ma sapeva bene che avrebbero aspettato la fine dello spettacolo per aggredire diverse persone nei vicoli all’uscita del teatro. Era sul punto di andarsene,per aspettare i Ribelli fuori nascosto tra i grattaceli,ma quando le luci si spensero e il sipario si aprì, mostrando una bellissima ragazza ferma al centro del palco, si bloccò. La musica partì e lei cominciò a muoversi con movimenti fluidi,all’inizio lenti ma dopo sempre più decisi e ritmati seguendo la musica. Dante ne fu rapito. Il modo in cui ballava … il suo modo di seguire il ritmo, sciolta e aggraziata come mai aveva visto fare. Si esprimeva; esprimeva tutte le sue emozioni: la sua rabbia,la sua libertà, la forza, con la musica che sentiva scorrergli nelle vene. Era stupenda. Se quelle mosse le avesse usate in un combattimento probabilmente avrebbe avuto la meglio solo seguendo il proprio istinto. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, la sua coda … lunga, color grano che fluttuava a ogni suo passo,i suoi occhi così espressivi che parevano non far caso a tutta la gente seduta davanti a lei all’interno del teatro che avevano occhi solo per lei, e le sue gambe così forti ma delicate allo stesso tempo. I muscoli dovuti alla danza erano evidenti,ma non eccessivi, le davano solo un tocco più spettacolare. Sì,era formosa,ma ne troppo magra ne grassa, era semplicemente giusta e bellissima. Quando la musica finì lei si fermò, in una posa finale stupenda mentre il sipario si chiudeva davanti a lei. Dante non riuscì ad andarsene anche in quel momento. Riprese posto comodamente. Doveva vederla ballare ancora.
Quando lo spettacolo finì il teatro cominciò pian piano a svuotarsi. C’era troppo movimento,non riusciva a concentrarsi sull’odore dei Ribelli che sembrava svanire tra le numerose scie degli umani. Uscì dal teatro,allontanandosi dalla folla di gente radunata all’ingresso. Dante girò attorno all’isolato diverse volte cercando di ritrovare l’odore metallico e acido delle sue prede,ma non ci riuscì. I Ribelli avevano mascherato bene il loro odore nel teatro e dovevano avere ancora residui di quei diversi aromi addosso se non riusciva a trovarli. Erano le due di notte e stava ormai per gettare la spugna quando udì dei rumori e delle grida non lontano da dove si trovava. << Dannazione!>> ringhiò girandosi di scatto e cominciando a correre nella direzione da cui aveva sentito provenire le grida. Un gruppo di quei succhia sangue era appostato dentro un vicolo attorno ad una sagoma che non riusciva a distinguere. Una donna, lo capì dall’odore che emanava. Dante si appostò su un balcone nascosto in attesa del momento giusto per piombare addosso a quei maledetti. << Guarda un po’ chi ci capita tra le mani. Una stupenda ragazza dal profumo altamente invitante, qui fuori, a quest’ora della notte! Siamo proprio fortunati, non è vero fratelli?>> disse il Ribelle più grosso inginocchiandosi di fronte alla ragazza che nel frattempo era caduta atterra. Le aveva sollevato a testa in modo brusco,afferrandole i capelli con una mano. Lei non si mosse di una virgola,non riusciva a vederla anche se percepiva la sua paura,ma chissà come mai non disse nulla. Gli altri ribelli si avvicinarono sogghignando <<lasciami andare …>> disse lei in tono basso e minaccioso, cercando di ribellarsi alla stretta della mano sui suoi capelli. <<ooh,ma che bel caratterino che abbiamo,la cosa si fa interessante. Ma sono sicuro che riusciremo comunque a farti urlare,per quanto tu possa farlo.>> continuò il Ribelle senza allentare la presa su di lei. La ragazza cercò un’altra volta di dimenarsi. << Non ti conviene opporre resistenza, umana. Non ti servirà a niente contro di noi.>> si intromise un altro Ribelle minaccioso che si era avvicinato. Lei, sentendo quegli avvertimenti, di rimando sputò in faccia al succhia teste che la teneva e gli diede una ginocchiata allo stomaco quando lui si ritrasse leggermente e quel colpo il Ribelle la lasciò e gemette piano. Cercò di allontanarsi,ma un altro ribelle la prese prontamente dalla schiena e la trattene mentre il capo di quei ribelli si alzava e le andava in contro furioso. << Sei morta,fottuta puttana! >> lui alzò una mano e colpì la donna con un violento schiaffo che la fece accasciare a terra con un urlo di dolore. Mentre lui e gli altri Ribelli stavano per avventarsi nuovamente contro di lei Dante saltò giù dal suo nascondiglio tirando fuori le sue lame rinforzate col titanio, l’unica altra arma in grado di uccidere dei vampiri. << Io la lascerei andare se fossi in voi. A meno che non vogliate una morte ancora più lenta di quella che vi aspetta, schifosi pervertiti >>. I ribelli si girarono di scatto e alcuni di loro si avventarono subito contro Dante. In poche fluide mosse,Dante tagliò la gola a quegli schifosi assetati di sangue e mentre i loro corpi di stavano riducendo velocemente in cenere, altri due si stavano già affrettando ad avventarsi su di lui. Udì un sonoro grido da parte della ragazza mentre era impegnato con quei due. Il capo dei Ribelli aveva affondato le sue zanne nell’esile collo della ragazza e si stava nutrendo di lei. Cazzo no! Pensò e con ultimi gesti finì di occuparsi anche di quei Ribelli. Quello che teneva la ragazza, per permettere al capo di nutrirsi, si staccò da lei e combatté per qualche attimo contro Dante. Quando ebbe ucciso anche quello si precipitò ad uccidere anche l’ultimo che stava bevendo da quella povera indifesa. Lo staccò da lei con un brusco movimento del braccio scaraventandolo a qualche metro di distanza,poi si rivolse velocemente alla ragazza << Scappa. Va vai di qui! Subito!>> lei lo udì, cercò di rialzarsi,ma era troppo debole. Quel Ribelle doveva essersi nutrito abbastanza a lungo per ridurla così. Si accasciò di nuovo a terra quasi priva di sensi. Vederla così fece ringhiare Dante perché nel momento in cui si girò verso di lei la riconobbe in un istante. Era lei. La ballerina del teatro che aveva ammirato per tutto lo spettacolo, così forte e decisa, ora sembrava fragile e impotente accasciata sul freddo cemento della strada con il collo ancora sanguinante. Dante fu scosso da una rabbia acuta e si avventò senza pietà contro quel bastardo che aveva osato ridurla in quello stato. Ci impiegò pochi istanti a farlo fuori grazie alla forza che gli si era espansa per tutto il corpo. << Alla fin fine pare che quello morto sia tu,razza di bastardo. >> disse al Ribelle ritraendo la lama. Una volta ucciso anche lui si precipitò al fianco della ragazza, inginocchiandosi per aiutarla. In un istante l’odore del suo sangue così maledettamente dolce gli invase i sensi. Odorava di rosa e di vaniglia ,un mix altamente invitante. La sua fame si accese,ma dovette sopprimerla in un istante per evitare di farle ulteriormente del male. Le gengive gli dolevano mentre i canini si allungavano e le pupille si stringevano in una linea sottile nelle iridi. Dovette ricorrere a tutto il suo buon senso per controllarsi e riporre l’attenzione sulle sue condizioni e non sul suo collo sanguinante e deliziosamente attraente. Aveva perso molto sangue e aveva un livido viola sulla mascella,il solo pensiero di come le era stato inferto fece fremere di rabbia Dante. Lei si mosse e si lamentò riportandolo alla realtà << Shh, stai tranquilla, è tutto ok. Ti aiuterò io. Sei al sicuro con me, te lo prometto. >> Le serviva davvero aiuto,e in fretta anche, o sarebbe morta di lì a poco. Non poteva permetterlo,ma aveva bisogno di sangue e l’unico che potesse darglielo in fretta era proprio Dante. Senza pensarci troppo si portò il polso alla bocca e si tagliò con i canini. Il sangue cominciò ad uscire dalla ferita e lui premette il suo polso contro la bocca delicata di quella splendida ballerina. Il sangue di lui fluì delicatamente nella sua bocca. << Avanti, bevi. Bevi e ti sentirai meglio,fidati. >> Lei cominciò a bere succhiandogli via sorsate di sangue. Si sentì scosso da un brivido di piacere,caldi e intensi, mentre lei continuava. Quando ebbe finito, gli stacco il polso dalla bocca e sigillò la ferita del polso con la saliva. Non osò fare lo stesso con quella sul collo della ragazza,per paura di non potersi fermare all’assaggio di quel delizioso sangue. Frugò nella sua borsa per cercare l’indirizzo di casa sua così da poterla portare a casa. Lo trovò, non era molto lontano da quell’isolato, così la prese in braccio e cominciò ad incamminarsi verso casa sua.

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Quando arrivò a casa sua forzò la serratura senza problemi,entrò in quel modesto appartamento andando dritto nella sua camera da letto. La appoggiò con estrema cura, le tolse la giacca, le scarpe e la mise sotto le coperte. Le lavò il collo,nel punto dove aveva i forellini dei canini di quel Ribelle. Prima di andar via dovette chiudere la faccenda,facendole dimenticare tutto l’accaduto di quelle ultime due ore. Le appoggiò la mano sulla fronte e le cancellò quello che aveva visto e fatto dalla memoria. Quando ebbe finito dante si alzò e quando si chinò su di lei per baciarle la fronte i suoi occhi furono attratti da una voglia piccolissima sulla spalla. Una lacrima che cadeva nell’incavo di una mezza luna di un colore scarlatto. Dante non l’aveva vista prima perché coperta dalla sua giacca,ma ora non c’erano dubbi. Quella voglia l’avevano solo poche rare donne ed esse erano di vitale importanza per la razza di Dante. Lei, la ragazza che l’aveva rapito col suo modo stupendo di ballare quella notte, era una Compagna della Stirpe. Immediatamente gli balenò in mente quello che aveva fatto solo poco tempo prima per salvarle la vita. Gli venne l’impulso di imprecare. Le aveva dato il suo sangue e ora il legame di sangue era completato per metà irrevocabilmente. Lui,per legge, era suo. Non si poteva tornare indietro ormai,quel che era fatto era fatto,l’aveva involontariamente attratta nel suo mondo insieme a lui e da quel momento avrebbe avuto occhi solo per lui,ma così facendo l’aveva anche esposta a tutti i pericoli che si celavano nel suo mondo. Quel pensiero lo fece rabbrividire,una compagna era l’ultima cosa che voleva, non l’aveva mai voluta e ora si era ritrovato legato a lei per uno sbaglio. Si allontanò immediatamente e uscì da quella casa,allontanandosi il più possibile da lei. Si avviò verso il complesso dell’Ordine senza mai voltarsi volendo, solo che tutto quello che era accaduto in quelle ultime ore non fosse mai accaduto..

Capitolo 2°

La mattina seguente all’esibizione mi svegliai con un lieve mal di testa. Non ricordavo niente di quello che avevo fatto uscita dal teatro. Oddio,mi ero addirittura addormentata vestita. Evidentemente dovevo essere talmente esausta che appena arrivata a casa mi sono sdraiata e successivamente devo essermi addormentata senza cambiarmi. Dato che quel giorno non sarei dovuta andare alle prove per lo spettacolo successivo,pensai di andare alla clinica veterinaria a dare una mano. Mi alzai e feci colazione velocemente siccome avevo poca fame. Strano,dopotutto ieri sera non dovevo neanche aver cenato, pensai. Quando ebbi finito scelsi dei vestiti comodi e semplici ed andai in bagno per cambiarmi. Guardandomi allo specchio non riuscii a non notare l’evidente livido violaceo che scorreva lungo la mia mascella. Non riuscivo a capire come diavolo me l’ero procurato,ed ero certa che la sera prima non ci fosse,me ne sarei accorta preparandomi. Visto che nonostante tutta la mia buona volontà non riuscivo a ricordare nulla,decisi di metterci sopra un po’ di fondotinta per coprire quantomeno l’ematoma,poi presi la borsa e uscii facendo finta di niente. Arrivai alla clinica prima del previsto,non era presto, ma non avevo incontrato comunque traffico. << Ehi Nora! Ciao, come va? Sono venuta per dare una mano in ambulatorio,scusami se non ti ho avvisato prima. Volevo farlo ieri,ma alla fine non ho avuto tempo.>> dissi entrando e salutando la mia collega. Lei sorrise,dolce e simpatica come sempre. Anche se era una ragazza giovane si era impegnata tantissimo dando tutta se stessa per riuscire a laurearsi e aprire una clinica veterinaria insieme a me. Da un po’ di anni era diventata la mia più cara amica,dopo che andai via di casa quattro anni fa. << Non preoccuparti Ally,è tutto apposto. So che il ballo ti tiene molto impegnata,anzi non riesco ancora a capire come tu possa fare la ballerina e aiutarmi in clinica senza esaurirti! Anche se sono felice che tu lo faccia … sia perché non saprei come fare a volte senza di te,e anche perché so quanto ti fa bene passare del tempo tra gli animali.>> mi disse gentilmente porgendomi una cartella clinica di una lince ricoverata da poco. << Vado a mettermi il camice e poi mi occupo della bellissima miciona che mi hai affidato.>> la clinica di Nora era una clinica veterinaria non solo per animali domestici,ma anche per animali selvatici e di grossa taglia. Lasciai la borsa nell’armadietto e mi infilai il camice,prima di dirigermi dalla parte opposta della struttura. Kristin,un’infermiera che lavorava alla clinica,mi diede una mano a sollevare la lince e farla sdraiare sul tavolo da visita. Il felino presentava visibili e profonde escoriazioni sul muso,lacerazioni alla zampa anteriore destra ed era evidentemente denutrita. << Madonna,è praticamente pelle e ossa! Dove l’avete trovata questa povera creatura dolcissima? >> chiesi a Kristin continuando ad osservare l’animale per valutare la gravità delle ferite. Lei mi porse dei guanti, tranquillizzando la lice con delle affettuose carezze -per quanto ce ne fosse bisogno dato la docilità del felino-. << E’ stata sequestrata insieme ad altri quattordici animali ad un allevatore che li trafficava all’estero, gli animali sono stati trovati dentro a dei recinti –se così si possono chiamare- dietro la sua abitazione fuori città. Erano senza cibo ne acqua e in condizioni igieniche pessime. L’allevatore è stato denunciato per maltrattamento e traffico illegale di animali. Non riesco a capacitarmi di come un essere umano possa fare cose del genere a delle creature indifese! >> mi disse rispondendo accuratamente alla mia domanda. Io,personalmente, l’appoggiavo in pieno. Trattare così dei poveri animali e trarne pure guadagno è una cosa che ha dell’incredibile,bisogna essere privi di cuore per riuscire a farlo. << Poveretti. Su,andiamo, aiutami a portala nella sala per i raggi x. Non mi pare di aver notato delle fratture,ma voglio esserne certa potrebbero anche esserci microfratture che non riesco a sentire.>> dissi finendo di esaminare il felino e cominciando a prenderlo da un lato per tirarlo giù. Lei annuì e mi diede una mano. Quando finii di fare le radiografie necessarie mi tranquillizzai, fortunatamente le ossa erano tutte a posto; la lince doveva essere solo nutrita per bene,disinfettata e medicata. Quando finii di occuparmi di lei andai a visitare gli altri animali che erano stati sequestrati a quell’allevatore tra cui: tre cavalli purosangue, un’altra lince,tre lupi,una pantera,due tigri,quattro iguane e due volpi. Alcuni erano messi veramente male,c’era chi aveva diverse lesioni profonde,chi ossa incrinate e tutti erano,chi più e chi meno,malnutriti e pieni di parassiti. Non mi stupii calcolando la descrizione del posto in cui erano stati rinchiusi (recinti bui pieni di terra e escrementi senza cibo e acqua sporca) era perfettamente normale che avessero contratto infezioni e parassiti. Una volta sistemati il resto degli animali si era fatto tardo pomeriggio. Erano le cinque e mezzo. La clinica chiudeva alle sette,ma Nora mi assicurò che non aveva bisogno di altro e quindi mi andai a sfilare il camice,presi la borsa e tornai a casa. Lungo il tragitto mi fermai a prendere un caffè con brioche in un bar vicino alla clinica,avevo bisogno di una pausa,così ordinai e poi mi misi a pensare alla sera prima. Era tutto così strano … non ricordavo nulla,il mio ultimo ricordo erano gli innumerevoli complimenti degli spettatori più importanti (finanziariamente parlando) e l’essere uscita da teatro tardi. Tutto il resto buio,e se solo provavo a sforzarmi di ricordare mi veniva un dolore lancinante alla testa. Eppure c’era stato qualcosa di strano,lo percepivo. Fin dall’inizio dello spettacolo … un uomo! O per meglio dire,un ragazzo. All’inizio non ci avevo fatto caso,ma poi mi era sembrato strano. Mi continuava a fissare affascinato e sbalordito,come se esistessi solo io per lui. Mi ricordavo che aveva preso posto poco lontano dal palco in disparte,ma era talmente grosso che anche nascosto era impossibile non vederlo. Da quanto mi ricordavo era un bel ragazzo,alto,imponente con un viso da far invidia ad un bel modello. I suoi lineamenti erano duri e delicati allo stesso tempo i capelli di media lunghezza neri e mossi, gli coprivano leggermente il volto e la fronte. Il solo pensiero che quella serata non aveva avuto occhi che per me, mi fece colorire le guance. Finii di sognare ad occhi aperti e mi riavviai verso casa. Dovevo riposarmi se il giorno dopo volevo riuscire a ballare decentemente senza crollare.

Era l’alba quando Dante arrivò finalmente al complesso,dopo quelle ultime ore che gli avevano segnato irrimediabilmente la vita. Non poteva ancora credere che un tale casino era capitato proprio a lui; a lui dannazione,perché mai!? Ma d'altronde che cosa poteva farci ormai,le cose tanto non sarebbero potuta cambiare anzi,sarebbero solo potute peggiorare - dal suo punto di vista – o forse, alla fin fine, non gli sarebbe dispiaciuto tanto? Dopotutto lo doveva ammettere,la ragazza a cui aveva salvato la vita quella notte,era davvero splendida e con un’energia che lo stupiva parecchio, il che era tutto dire per un membro della stirpe come lui.
Andò dritto ai suoi appartamenti, al secondo piano interrato, e si fece una doccia fredda. Aveva veramente bisogno di rinfrescarsi le idee dopo l’accaduto. Finita la doccia si cambiò e andò velocemente a cercare Lucan,pensava che lui potesse aiutarlo con tutto quel casino. La personalità di Lucan era quella che più si avvicinava a quella di Dante: solitario,imparziale, con un ottimo senso del dovere e bravissimo a svolgere il suo lavoro,un ottimo guerriero ma dopotutto era anche un Gen Uno. L’ anima di Lucan era cambiata molto da quando sei mesi prima era arrivata al complesso la sua Compagna Gabrielle,lei l’aveva cambiato molto ma non in peggio,gli aveva solo fatto conoscere l’amore e da allora i due erano diventati inseparabili. Tutto sommato però Dante sapeva che Lucan aveva avuto dei grandi problemi con lei. All’inizio gli era stato molto difficile trattenersi per non farle del male e tenerla lontana il più possibile dal suo mondo - anche se almeno quando lui le aveva donato il suo sangue era cosciente che fosse una Compagna della Stirpe-,ma alla fine tutti i suoi sforzi si erano risultati inutili e quando il fratello di Lucan, Marek, era stato sul punto di uccidere Gabrielle aveva passato le pene dell’inferno per proteggerla e salvarla. Entrò nella sala delle comunicazioni e proprio come si aspettava Lucan era lì. C’era anche Gideon seduto davanti a lui,meglio pensò,dato che anche Gideon aveva una compagna della stirpe al complesso, poteva essergli d’aiuto. << Ciao ragazzi. Vi devo parlare, ho un problema e mi dovete aiutare.>> disse Dante sedendosi di fronte a loro con aria dura e cupa. << Ehi amico! Dicci tutto,che è successo? Non hai una bella cera>> rispose Gideon accogliendolo premurosamente. Lui era un mago dei computer e aveva uno dei quozienti intellettivi più alti che avesse mai visto, ma era anche un abile guerriero,semplicemente un grande. Savannah,la sua compagna, era d’avvero fortunata ad avere un uomo così. Dante si accasciò sulla sedia e prese un respiro profondo prima di parlare << E’ successo un casino ragazzi,che neanche in un centinaio di secoli credevo possibile succedesse proprio a me.>>.
<< Avanti parla Dante,non tenerci così sulle spine. Non è confortante,che cosa hai fatto?>> disse Lucan incitandolo a parlare. Sembrava preoccupato quasi quanto lui al solo vederlo in quello stato. << Ieri sera ero di pattuglia, vicino al teatro di Boston, visto che c’era uno spettacolo di danza importante dove molta gente si riuniva per vederlo, avevo pensato che fosse il luogo ideale per dei Ribelli assetati e così mi sono intrufolato all’interno del teatro. In effetti non mi ero sbagliato, quei succhia anime c’erano,ma avevano nascosto il loro odore per bene in mezzo a quelle centinaia di persone … il fatto è che quando lo spettacolo è iniziato la prima ballerina mi ha,come dire … distratto.>> disse facendosi coraggio e partendo a spiegare tutto l’accaduto dall’inizio. << Che cosa intendi dire che, la prima ballerina ti ha “distratto” Dante? Ti copriva la visuale? Aveva un buon odore? Ti faceva gli occhi dolci? Cosa!?>> disse Lucan quasi spazientito. Gideon non disse niente,ma era evidentemente curioso pure lui. Dante prese un altro respiro profondo e continuò << A parte il suo odore incantevole che notai dopo, era la sua figura a distrarmi. Non ho mai visto nessuna ragazza ballare così bene Lucan! Danzava con una tale grinta e forza di volontà da far quasi paura,si vedeva che ci metteva passione. Il suo corpo si muoveva a ritmo e con una fluidità mozzafiato. Per non parlare del suo viso,semplicemente splendida. Con i suoi lineamenti delicati e i suoi capelli mossi,lunghi di un biondo vivo magnifico. Il suo fisico era visibilmente si una ragazza sportiva,ma non scheletrica come tutte le altre ballerine, era … era … giusta,bellissima. >>
<< Ok hai sbavato dietro ad una ballerina per tutta una serata, che cosa c’è di strano in tutto questo? >> chiese Gideon visibilmente confuso. Lucan era d’accordo con lui,dopotutto non era di certo la prima volta che dimostrava di avere buon gusto in fatto di donne. << Non è questo il problema Gideon,è un altro e di gran lunga più grande e complicato,questo è solo l’inizio. Una volta finito lo spettacolo sono uscito dal teatro e ho vagato per un’ora buona,negli isolati attorno cercando di rintracciare quei dannati Ribelli che mi erano sfuggiti,quando all’improvviso avevo sentito delle urla provenienti da poco lontano e così sono corso sul luogo. Appena arrivato vi ritrovo cinque Ribelli attorno ad una ragazza a terra che la stavano minacciando e picchiando. Una volta uccisi,mi accorsi che uno di loro aveva bevuto una buona parte del sangue della ragazza che intanto avevo scoperto essere proprio la ballerina di quella sera.>> I visi di Gideon e Lucan si fecero più seri e interessati,ma si poteva ancora leggere un po’ di confusione nelle loro facce. Dante aspettò un paio di secondi e poi riniziò a raccontare << La ragazza era in gravi condizioni, se non avessi fatto immediatamente qualcosa sarebbe morta di lì a poco e non potevo permetterlo,non lei amici. Così, preso dall’ansia non ho esitato un attimo a tagliarmi il polso e a farle bere il mio sangue in sostituzione al suo. L’errore più grande che abbia mai fatto>>. I suoi compagni erano confusi e preoccupati al tempo stesso,ma sapeva che lo sarebbero stati ancora per poco. Il primo a parlare fu Lucan << Che cosa diamine stai dicendo Dante! Sai che non è una cosa grave se dai del tuo sangue ad un’umana in quelle condizioni per salvarle la vita,hai solo fatto la cosa giusta! Non capisco che cacchio ci puoi trovare di così sbagliato >> disse spazientito voltandosi a guardare Gideon che ricambiò lo sguardo in maniera più preoccupata. Lo sapeva,sapeva che lui ci sarebbe arrivato subito. << Amico solo per un motivo potresti essere così preoccupato nell’aver dato del sangue ad un umana … non sarà mica una …>> disse Gideon intromettendosi agitato. Dante non gli diede il tempo di finire la frese << Sì. Una Compagna della Stirpe,proprio così. Ora capite? >>. Lucan era evidentemente preoccupato,così come Gideon. Di certo non se lo aspettavano da uno come Dante. << Oh merda Dante. Come diavolo hai fatto a non notare il simbolo? Ora sì che capisco il perché della tua preoccupazione, non è una bella situazione. >> disse di punto in bianco Lucan agitato. Dante si raddrizzò sulla sedia appoggiando le braccia sul tavolo davanti a se. << Me ne sono accorto solo dopo averla accompagnata a casa,ho trovato il suo indirizzo nel suo portafogli e quando l’ho stesa sul letto ho visto il marchio che aveva sulla spalla. Prima non l’avevo notato perché era nascosto dalla giacca e dalla spallina della maglietta. Quando ho notato il marchio,dopo averle tolto la giacca,le ho cancellato la memoria e sono scappato via da casa sua di corsa in preda all’agitazione e ad un attacco di isteria. Ma chi cazzo si immaginava che fosse una Compagna della Stirpe! Voglio dire, sono rare! Non avrei mai pensato di trovarmene una davanti di punto in bianco.>> disse tutto d’un fiato agitandosi al solo ricordo della gravità di quello che aveva fatto. Lucan si alzò dalla sedia avvicinandosi a Dante per mettergli una mano sulla spalla. << Non preoccuparti amico mio, ormai non si può tornare indietro, ma si può andare avanti ed è quello che farai. Ti aiuteremo tutti noi,non devi temere l’amore. Fidati della parola di uno che ne ha passate tante appunto per amore>> e poi se ne andò. Ora erano rimasti soli lui e Gideon. Dante si alzò e fece per andarsene quando Gideon richiamò la sua attenzione << Lucan ha ragione, Dante. Non devi temere i tuoi sentimenti,potrebbe essere quello l’errore più grande che potresti fare. Certo la tua situazione non è messa molto bene,ma ci vuole tempo … vedrai … >>disse. Lui era grato ai suoi compagni per il loro appoggio,ma sinceramente non se l’aspettava che la prendessero così alla leggera. Evidentemente non riuscivano a capire. Dante si voltò del tutto ritrovandosi nuovamente di fronte a Gideon. La confusione l’aveva reso irascibile << Non riesci a capire il punto Gideon! Come non l’ha capito Lucan! Eppure pensavo che almeno tu ci fossi arrivato. Amico,ho completato metà del legame di sangue che unisce una Compagna della Stirpe ad un guerriero,con una ragazza che ora non sa probabilmente neanche che esisto! Non sa nulla,né di me,né della stirpe, né di quello che le ho fatto né tanto meno del fatto che le ho cambiato la vita!Io ora per legge appartengo a lei punto,non si può tornare indietro! >> dissi esplodendo e praticamente urlandogli contro. Non se lo meritava,ma non avevo potuto evitarlo. Lui non fece una piega,lo guardò semplicemente con occhi pieni di comprensione. Gideon sospirò e si alzò a sua volta in piedi. << Lo so Dante,l’avevo capito come, mi dispiace dirtelo, l’aveva capito anche Lucan. Il fatto è che – come hai detto sia tu che lui – ormai quel che è fatto è fatto,non si può tornare indietro quindi è inutile disperarsi. Se vuoi un consiglio,io cercherei di avvicinarmi alla ragazza,sono sicuro che vi innamorereste e poi da lì cercheremo di inserirla al meglio nel nostro mondo spiegandole tutto. Piccoli passi Dante e tutto andrà bene,cerca solo di essere il più onesto possibile con lei, entro i limiti.>> gli disse Gideon comprensivo. Gli era grato per quel consiglio e da quel momento era sicuro che non avrebbe fatto altro che avvicinarsi alla splendida ballerina che aveva salvato quella notte.

Edited by <3Bella Cullen<3 - 14/7/2011, 19:14
 
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Gloria Warna Kod
view post Posted on 14/7/2011, 16:29




:*crybaby*: e poiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
 
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<3Bella Cullen<3
view post Posted on 14/7/2011, 16:55




Calma! tra poco p'ubblicherò il 3° cap. Il 4° è in fase di scrittura ancora u.u
 
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<3Bella Cullen<3
view post Posted on 16/7/2011, 22:36




Capitolo 3°

<<scusami per il ritardo Jess, ma ieri ero stanchissima e questa mattina mi sono alzata tardissimo>> dissi entrando in sala prove,alla mia coreografa e allenatrice. Jessica era un’eccellente ballerina, ex étoile , che alla fine si era dedicata alla coreografia eccellendo anche in quel ruolo. Aveva un’inventiva e una fantasia, nell’inventare coreografie, incredibile. Io l’ammiravo soprattutto per la sua bravura a scegliere passi di danza -oltre che al ritmo della musica- anche a seconda delle mie emozioni e personalità che vi esprimevo,così da darmi la possibilità di dare -e apparire- al meglio. “Tu devi danzare con l’anima attraverso il corpo Ally,sempre. Quella è la vera essenza della danza e la vera bravura” mi diceva sempre,era il suo credo e da un po’ era diventato anche il mio. Non avrei potuto desiderare un’insegnante migliore. Jess aveva quarant’anni,ma aveva un fisico stupendo per la sua età: magra,con muscoli sodi,dei bellissimi capelli corvini lunghi fino alle spalle e degli occhi color cioccolato profondi che ogni volta che li guardavi erano pieni di vita e tenerezza. Io la consideravo anche una cara amica dato che mi dava anche ottimi consigli.
One,two,three - Britney Spears
<< Non ti preoccupare Ally, non è un problema ,anzi, è meglio che tu ti sia riposata … almeno ora non ti addormenterai mentre balli. Dai,iniziamo con un po’ di streccing e poi passiamo alle varie coreografie. Ok?>> mi rispose gentilmente,mentre io mi cominciavo a cambiare le scarpe da tennis mettendomi quelle da ballo. Mi limitai ad annuire alla sua proposta e poi cominciammo. Iniziai con quaranta minuti di riscaldamento,facendo: skip,slanci avanti,indietro e laterali,posizioni alla sbarra, esercizi di streccing,addominali e un po’ di corsa. Finito il riscaldamento cominciai a provare tutte le varie coreografie che avrei dovuto ballare alla prossima esibizione. Si passava da musiche ritmate e movimentate ad altre più fluide e lente. I passi erano studiati nei minimi particolari: complicati,fluidi e coreografici allo stesso tempo. Ogni volta che danzavo mi stupivo sempre mi rilassavo e riuscivo a svuotare la mente,esprimendo con il corpo tutto quello che provavo, tutte le mie emozioni. <> mi urlava Jess incoraggiandomi mentre continuava a battermi il tempo. Così passarono le ore con solo piccole pause di 10 minuti tra un’ora e mezza e l’altra.
Quando la musica si fermò per l’ultima volta,avevo ormai il fiatone. <<madonna.. sono esausta Jessica,ma mi sento svuotata e libera in maniera incredibile>> le confessai cominciando a radunare le mie cose e asciugandomi il sottile velo di sudore che mi si era formato sulla pelle. Lei mi guardava con aria compiaciuta dall’altra parte della sala. <<hai ballato bene oggi, Allyson. Se continui così anche il prossimo spettacolo, sabato prossimo, sarà un successone>> mi confidò attraversando la sala e mettendomi un amano sulla spalla per rassicurarmi. <<grazie Jess,ma ho paura che dopo oggi dovrò sommergermi in una vasca di ghiaccio … ho preso un bel po’ di botte mentre i passi a terra e credo che mi ritroverò piena di lividi.>> confessai sfiorandomi i vari ematomi violacei su tutto il corpo. Jess sorrise e poi si allontanò di poco << Ci vediamo domani Ally,riposati un po’. A guardarti sembra che tu ne abbia proprio bisogno.>> <<penso che tu abbia proprio ragione Jess. Oggi mi rilasserò,te lo prometto.>> Sorridemmo insieme poi lei se ne andò. Mi cambiai e uscii anche io dalla sala prove del teatro. Era primo pomeriggio,le tre e mezzo. Decisi così di lasciare le mie cose a casa e di fare due passi nel parco poco lontano da casa,prima di farmi una doccia e riposare un po’. La quiete che provai,nonostante fosse un parco nel centro di Boston, mi tranquillizzò e mi permise di perdermi nei miei pensieri. Ripensai all’uomo che avevo visto la sera prima,mi chiesi di chi poteva trattarsi. Mi era parso così fuori luogo in quel teatro così lussuoso. Si vedeva che non era il tipo di uomo di alta società o che frequentava spesso teatri. Vestito in quel modo così spartano e inadatto a quel tipo di ambiente,ma che faceva risaltare tutta la sua bellezza e stazza imponente. Anche se era in ombra, rispetto agli altri posti a sedere,si poteva benissimo notare quanto fosse affascinate il suo viso: con quegl’ occhi che mi avevano fissata con ammirazione. Era vestito con dei jeans neri abbastanza stretti, una T-shirt di un rosso bordeaux attillata che metteva in risalto i suoi pettorali e un gilet di pelle anch’esso nero che dava tutta l’aria di pesare molto. I capelli folti ricadevano lunghi sulle spalle con onde morbide. Desiderai subito di poterlo rincontrare,ma aveva avuto un aspetto così solitario e vagabondo che le mie speranze si spensero,con mio dispiacere,quasi subito. Quando ritornai con i piedi per terra, mi accorsi che ormai avevo attraversato quasi tutto il parso senza neanche rendermene conto,così decisi di tornare a casa per farmi quella bella doccia che avevo rimandato,prima di uscire per un aperitivo con Ben –un mio vecchio amico che aiutava me e Nora in clinica ogni tanto-. Ci eravamo dati appuntamento alle sette in un locale carino all’aperto in un quartiere tranquillo vicino alla periferia di Boston dove le ore del tramonto erano sempre stupende. Dato che erano solo le quattro meno cinque quando arrivai di nuovo a casa, avevo tutto il tempo si: lavarmi,vestirmi,truccarmi e riposarmi un po’.
Mi feci un lungo bagno caldo,diluendo nell’acqua anche i miei aromi preferiti –vaniglia e rosa- per rilassarmi meglio e sciogliere tutti i muscoli tesi. Ero tutta indolenzita e piena di lividi evidenti ma che, fortunatamente, non mi facevano troppo male. Visto che il locale in cui sarei dovuta andare era uno abbastanza alla moda ma anche giovanile,pensai che fosse il caso di mettermi un vestito elegante ma casual allo stesso tempo. Trovai subito l’abito adatto: era corto fin sopra al ginocchio,di un verde erba molto carino,con dei ricami blu sulla gonna che formavano una scia di brillantini e senza spalline. Visto che era appena Marzo faceva ancora freddino così decisi di abbinarci uno scialle dello stesso blu dei ricami e con dei tacchi -non troppo alti- verdi ed eleganti. Mi finii di truccare e pettinarmi con una coda di cavallo morbida a lato poi mi riposai un po’ dato che sarei uscita un po’ prima del calar del sole.

Dante passò tutta la giornata nei suoi alloggi privati,ripensando a tutte le assurdità che il destino aveva fatto accadere a lui nel giro di una dannatissima notte. Aveva “conosciuto” una splendida ballerina in un teatro mentre stava inseguendo dei Ribelli,l’aveva salvata, aveva completato per metà un fottutissimo legame di sangue con lei grazie al fatto che si era rivelata una Compagna della Stirpe e i suoi amici gli dicevano che avrebbe dovuto conoscerla meglio e farla entrare nel suo mondo. Tutto quello non poteva essere veramente accaduto,era semplicemente una pazzia … ma per qualche strana ragione anche lui moriva dalla voglia di legarsi fino alla fine a quella ragazza e di farla entrare a far parte del suo mondo, per quanto pericoloso potesse essere. In quel momento si sentì l’uomo più egoista del pianeta, lui che non aveva mai amato nessuna donna in cinquecento e passa anni, si ritrovava a desiderare immensamente che quella ragazza diventasse la sua compagna. Visto che lui stesso non voleva concepirlo aspettò fino al tramonto per poi andare di pattuglia in città,aveva bisogno di distrarsi,ma era anche deciso a rivedere quella femmina che lo aveva rapito in quel modo assurdo. Dante si preparò per la pattuglia, caricando -con i suoi proiettili con punta di titanio progettati da lui- la sua 9mm e rinfoderando le sue lame ricurve negli apposi foderi ai lati dei fianchi. Erano le sue armi preferite: semplici,veloci,incisive e mortali. Quella sera erano ben nascoste dalla giacca lunga nera, che gli arrivava fino all’attaccatura delle ginocchia. Si abbinava perfettamente ai pantaloni stretti - anch’essi neri- e alla T-shirt verde militare. Dato che c’era ancora un po’ di luce del tramonto fuori,decise di prendersi anche i suoi guanti di pelle e gli occhiali da sole scuri. Finito di prepararsi andò nel garage e uscì dal complesso con l’Hummer nera. Parcheggiò l’auto vicino a un palazzo vicino alla periferia di Boston,non era un bel quartiere ma non si preoccupò molto che qualcuno potesse rubargliela,comunque per sicurezza inserì l’antifurto e poi si allontanò per dar inizio alla caccia.

Entrai nel “All Sunsets”,il locale dove avrei dovuto incontrare Nora e Ben, era abbastanza logico il perché di quel nome al locale dato che lì ogni sera c’era un tramonto bellissimo. I colori di quello appena passato riecheggiavano ancora vividi nel cielo stranamente coperto di pochissime nuvole che ora erano diventate di tutte le sfumature dell’arancio e rosa. Chiesi gentilmente al cameriere dove fossero i miei amici e lui mi scortò nella parte posteriore all’aperto del locale che scoprii essere spettacolare. Tutta la periferia di Boston si vedeva benissimo e quella parte del locale,essendo in un balcone immenso circondato ai lati con della vegetazione in via di fioritura, aveva una vista stupenda. Mi avvicinai al tavolino dov’erano seduti Ben e Nora. Nora,essendo rivolta verso di me, fu la prima a notarmi così si alzò di colpo per venirmi in contro di poco. <<ehi Ally! Ciao come va oggi? Wow, stai bene vestita così! Certo che vederti fuori dalla clinica è sempre una sorpresa.>> mi disse Nora salutandomi con un abbraccio e ammirando il modo in cui mi ero vestita. Ben si voltò di scatto e quando mi vide saltò subito in piedi rimanendo a bocca aperta e con occhi bramanti. In poco tempo si fece spazio tra Nora e mi salutò anche lui cercando di richiudere la bocca. <<allyson. Caspita … sei … sei stupenda vestita così. Wow. Dovresti vestirti in questo più spesso secondo me,ti dona.>> disse senza parole continuando a far vagare il suo sguardo lungo tutto il corpo. Sorrisi per tutti quei complimenti e mi morsi leggermente il labbro. Anche a me ogni tanto piaceva vestirmi così:elegante, ma non troppo e fresca. <<grazie ragazzi. Comunque ciao Ben,come va è da un po’ che non ti vedevo.>> gli dissi per rompere il ghiaccio e l’imbarazzo. Ci sedemmo e lui annuì sorridendo prima di rispondermi <<io alla grande,grazie. Già in effetti non ci vediamo ne ci sentiamo da due settimane,mi cominciavo a chiedere in effetti che fine avessi fatto.>> <<ho avuto vari impegni in effetti … spettacoli,allenamenti e quando venivo in clinica non c’eri mai. Evidentemente abbiamo avuto orari diversi. >> <<evidentemente sì … comunque secondo me il ballo ti sta pesando un po’ troppo,no? Oltretutto hai pochissimo tempo per dedicarti al canto ed è un peccato … hai una bella voce e molta passione.>> Sapevo che non aveva tutti i torti,ma adoravo ballare e esibirmi in teatro anche se mi costava sempre molta fatica e sacrificio. Era vero però che ultimamente mi sfinivo un po’ troppo con la danza e non avevo il tempo di esercitarmi con il canto che amo tanto,ma non erano di certo le mie uniche passioni … Oh no, c’erano anche la clinica e l’equitazione che adoravo fin da quando ero piccola,ma che col passare degli anni avevo dovuto in parte abbandonare perché non riuscivo a seguire le gare a ostacoli e gli spettacoli di danza. Ogni tanto però amavo fare qualche galoppata in una vasta tenuta/maneggio che si trovava proprio a pochi isolati dal All Sunsets. <<hai ragione Ben, in effetti a volte mi stanca troppo … ma sai quanto ami ballare e sai anche che il canto non è di certo la mia unica passione.>> risposi - forse un po’ troppo duramente- a Ben mentre riprendevamo posto al tavolino vicino alla bellissima balconata. Lui abbassò lo sguardo ed annuì con un leggero sorriso stampato sulle labbra nonostante il mio tono. << Lo so. Non me ne ero dimenticato,io mi ricordo sempre tutto di te Ally … ti stavo solo dando il consiglio di rilassarti di più con la danza così di ridare una spolverata alle tue altre passioni. Dimmi,da quanto tempo non cavalchi?>> ribatté con tono troppo sicuro di se e amichevole. Troppo, pensai. Sapevo che aveva ragione,così mi limitai ad abbassare io lo sguardo questa volta. Nora vedendo che forse c’era un po’ troppa tensione si intromise tesa << ehm … Ben dai,non fare così cerchiamo di goderci la serata senza parlare di lavoro o cose del genere ok? Dopotutto è Ally che deve decidere cosa fare della sua vita e …>> non finì la frase che la interruppi io <<no>> dissi secca,poi continuai<<no Ben ha ragione. E’ da troppo tempo che non cavalco per i miei gusti e mi manca,a esser sincera. Ho intenzione di ricominciare al più presto, magari anche questi giorni visto che almeno mi rilasserei un po’ prima dell’esibizione. Ma non sono pronta a rilassarmi del tutto,non dalla danza. Il canto aspetterà e alla clinica ci andrò dopo lo spettacolo,ma per ora mi va benissimo così. Dopotutto guadagno bene con tutti gli eventi ed esibizioni ed è quello che principalmente mi occorre ora. Ti ringrazio lo stesso per il tuo interessamento Ben,ma non devi preoccuparti. >> dissi serena. Avevo pensato ogni singola parola che avevo detto e non me ne pentivo. Avrei ripreso tutto poco alla volta … forse la cosa che mi mancava davvero di più era una relazione. Qualcuno che si prendesse cura di me anche solo sentimentalmente, qualcuno da amare e che mi ami. Sì,decisamente era la cosa che mi mancava di più,ma decisamente non avevo tempo neppure per quello al momento, con mio sommo dispiacere. Oltretutto ben pochi sarebbero stati con una come me, impegnata e dedita alle sue passione diciotto ore al giorno - calcolando che le restanti sei dormivo -,ma se anche qualcuno c’era non l’avrei certo incontrato io e non era altrettanto certo che mi sarebbe andato a genio dato mi miei gusti difficili. Calò il silenzio per un paio di minuti,poi ordinammo da bere e mentre il cameriere appoggiava i drink al tavolo Ben ruppe il ghiaccio tra di noi << Bé,come va la vita al di fuori della clinica Nora? Relazioni?>> chiese a Nora con sguardo beffardo. Lei arrossì di colpo. Oh oh oh … a quanto pare Nora non mi aveva tenuta informata su questo lato della sua vita. A quel punto mi feci di colpo interessata anche io e mi avvicinai di più a Nora,posando il drink che avevo sorseggiato fino a quel momento. << Dai Nora, non vorrai mica dirmi che hai conosciuto qualcuno finalmente? Bé, che aspetti racconta!>> le dissi tutto d’un fiato. Nora si schiarì la voce e si avvicinò anche lei a noi. Ben sorrise e fece altrettanto << Chissà perché,ma ci avrei scommesso cara la mia Nora.>> disse malizioso. In effetti non potevo dargli torto, si era comportata stranamente nell’ultimo periodo … se non altro ero felice che almeno lei avesse una vita sentimentale sentimentale. << Ok, avete vinto voi. Ho conosciuto un ragazzo tre settimane fa, ad una festa di compleanno di una mia amica. Ci stavamo annoiando tutti e due, così abbiamo iniziato a parlare per conoscerci un po’ ed abbiamo scoperto di avere molte cose in comune. Da quel giorno le cose non sono che migliorate,abbiamo iniziato ad uscire a pranzo, a cena ed al cinema … e ci siamo innamorati. Lui è stupendo, gentile,simpatico e disponibile. Ora stiamo praticamente assieme. >> ci confessò. Io rimasi basita. << Fammi indovinare … te lo sei portato a letto.>> disse Ben con una calma impressionante. Il silenzio e il rossore sulle guance di Nora non poteva che confermare quanto appena detto da Ben. Io non mi potei trattenere dall’ abbracciarla <<oh mio Dio, Nora! Sono contenta per te,ti serviva proprio una relazione con un tipo così.>> le dissi di getto. Lei sorrise e si ricompose poi sia lei che Ben spostarono lo sguardo su di me,ma il primo a parlare fu Ben << Tu invece Ally, hai incontrato qualcuno con cui hai magari relazioni?>> Il suo tono era malizioso,ma nascondeva una vena di tristezza. - Magari avessi una relazione … - pensai,ma mi limitai a scuotere la testa <<no,nessuna relazione e nessuna nuova conoscenza>> dissi. In quel momento però mi ricordai che in effetti avevo “conosciuto qualcuno” anche se era stato piuttosto un intenso scambio di sguardi e una leggera attrazione … di conseguenza nulla di rilevante purtroppo.
Ben apparve sorpreso,ma felice allo stesso tempo. << Bé non è mai troppo tardi per cominciare ad averne non credi? Forse è il caso che cominci a frequentare qualcuno,ti distrarrebbe un po’>> Io lo guardai con ammirazione,aveva ragione e lo sapevo. << Già,non hai tutti i torti. Solo che non ho molte conoscenze al di fuori di voi … E sicuramente ben pochi mi hanno mai chiesto di uscire …>> risposi vacua. Per qualche motivo a Ben si illuminarono gli occhi e sorrise,ma nessuno disse niente.
Il sole ormai era tramontato del tutto e il locale aveva acceso tutte le luci e tutto diventò ancora più suggestivo. Quando Nora si alzò per andare in bagno, io e Ben rimanemmo da soli. All’inizio nessuno disse niente e continuammo a bere i nostri aperitivi, poi fu lui a rompere nuovamente la tensione fra di noi. << Senti Ally … stavo pensando. Prima hai detto che pochi ti hanno chiesto di uscire … così mi chiedevo se avevi voglia di uscire con me a cena uno di questi giorni. Che ne dici?>> mi chiese gentilmente facendosi avanti. Rimasi un po’ stupita da quella richiesta. Mi sembrava impossibile che mi stesse veramente chiedendo di uscire con lui,nessuno lo faceva da diversi anni. Ben era un bravo ragazzo e qualunque ragazza sarebbe stata d’accordo con me nel dire che era anche piuttosto bello, perciò non potei rifiutare quell’invito << Oh, bé io … Certo, molto volentieri Ben,grazie sei davvero gentile a chiedermelo solo che … non vorrei che me lo chiedessi solo per quello che ho detto prima.>> dissi gentile. Non volevo che lo facesse solo per compassione, mi avrebbe solo fatto sentire peggio. Lui si raddrizzò subito facendosi più vicino e scuotendo la testa << Cosa? No,no certo che no. Non te lo sto chiedendo per via di quello che hai detto. Te lo sto solo chiedendo perché … ecco vedi … perché credo di provare qualcosa in più di semplice amicizia per te Ally. Tu … mi piaci, davvero.>> mi confessò un po’ titubante. Quella rivelazione mi lasciò di sasso e non perché a me lui non piacesse per niente,anzi anche io sentivo di provare qualcosa in più per lui, tuttavia non sapevo cosa dire. Ben si agitò di colpo vedendo che io non dicevo nulla << Cazzo … forse non avrei dovuto dirtelo, mi dispiace Ally. Ho rovinato tutto. E’ solo che...>> <<no!No Ben,tu non hai fatto niente, se non dire quello che pensavi e per questo ti ammiro molto. Ti ringrazio per tutto quello che mi hai detto e sarò felice di uscire con te a cena quando vuoi.>> dissi rialzando lo sguardo e prendendogli di impulso la mano per farlo calmare. In quel momento Nora tornò dal bagno e si riavvicinò al tavolino sorridendo. Lasciai di colpo la mano di Ben e ci riappoggiammo comodamente allo schienale delle sedie mentre lei si risedette con noi. Mi osservai intorno ammirando la vegetazione che cresceva intorno al balcone e tutto l’arredamento del locale. Ad un certo punto, mentre continuavo a guardarmi incontro il mio sguardo si posò sulla porta a vetri del locale che si apriva per far uscire sul balcone un uomo alto quasi due metri con una muscolatura evidente sotto la maglietta verde militare attillata e il lungo jilet. Quando il mio sguardo si posò sul suo viso per poco non mi venne un colpo. Era lo stesso uomo che avevo incontrato a teatro la sera prima. Lo stesso uomo a cui avevo pensato tutto il giorno e che ora mi fissava sbalordito dall’ingresso della porta a vetri.
 
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3 replies since 11/7/2011, 16:12   314 views
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